Generalmente le persone che ascoltano il suono emesso dai flauti nativi americani riferiscono di provare quasi immediatamente una grande sensazione di benessere e di rilassamento psicofisico come se il suono e le frequenze emesse dai flauti agissero direttamente sul sistema nervoso e cardiocircolatorio riuscendo a calmare la mente e inducendo un profondo stato meditativo.
Questa sensazione, spesso sperimentata dagli operatori in modo empirico durante le sessioni di meditazione e durante i concerti nella natura, è stata tuttavia supportata da diversi studi scientifici che hanno misurato in laboratorio la riposta fisiologica di alcuni gruppi di persone al suono dei flauti nativi americani.
Uno studio scientifico del 2014, ad esempio, condotto da due ricercatori della Montclair State University del New Jersey, ha esplorato le risposte fisiologiche di un gruppo di 15 persone mentre suonavano e ascoltavano il suono dei flauti nativi americani concludendo che questo tipo di strumenti può avere un ruolo importante nella musicoterapia e nel supporto ad alcuni disturbi psicofisici come quello da stress post-traumatico (PTSD), l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) , l’ipertensione, l’ansia e la depressione.
In particolare lo studio ha tenuto sotto osservazione le onde cerebrali elettroencefalografiche (EEG), la frequenza cardiaca (HR), l’attività elettrodermografica (EDG) e la pressione sanguigna dei soggetti analizzati.
Al termine del monitoraggio il team ha rilevato che l’ascolto della musica dei flauti nativi americani:
- Induce uno stato meditativo del cervello sia in chi lo suona che in chi lo ascolta.
- Favorisce uno stato di rilassamento generale del corpo soprattuto in risposta ai suoni emessi dai flauti con tonalità più basse
- Impatta direttamente sulla frequenza cardiaca,sulla pressione sanguigna e sulle onde cerebrali Alfa, Theta e Beta.
Fonte: Cornell University
Lascia un commento